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News: PERCHÉ A PASQUA CI SCAMBIAMO IL RAMO D’OLIVO?

Aprile, 2022 | Bertolli

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La Pasqua è sinonimo di rinascita e rinnovamento. Questa festa tipicamente primaverile, infatti, sancisce il passaggio dalla fase di letargo della natura, l’inverno, a quella di risveglio e di vita che poi troverà la sua piena maturità nell’estate. Ma perché il simbolo della Pasqua è diventato proprio l’olivo? Perché in questa ricorrenza lo scambio di rami d’olivo è diventata la tradizione? Per scoprirlo, dobbiamo andare indietro nel passato…

L’olivo, ‘antico’ simbolo di pace e rinnovamento

Pianta secolare e maestosa, l’olivo è stato da sempre l’archetipo del rinnovamento, della rinascita, del cambiamento e della forza vitale capace di generare nuova vita. Già Omero nella sua Odissea, scritta nell’VIII secolo a.C., ci tiene a far sapere ai suoi lettori che il letto nuziale costruito da Ulisse è stato scavato proprio nel tronco di una possente pianta d’olivo, come augurio per un’unione salda, duratura e portatrice di nuova vita. Non è un caso, inoltre, che Polifemo venga accecato da Ulisse proprio con un tronco d’olivo, a significare la vittoria della vita contro il buio e la cecità dell’ira.
Forse la prima volta che un ramo d’olivo viene donato in segno di pace è stato quando Atena sconfigge Poseidone e, per dimostrare agli ateniesi la sua volontà di riconciliazione, dona ai cittadini appunto un ramo di questa pianta. Pare addirittura che ad Atene ci fosse il «primo olivo del mondo», nato appunto dalla lancia di Atena, e protetto giorno e notte dalle guardie: in quanto considerato sacro, chi veniva sorpreso a danneggiarlo veniva punito con l’esilio.

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Il ramo d’olivo nell’Antico e Nuovo Testamento…

Nei testi sacri cristiani, l’olivo è simbolo di pace, forza, fede, vittoria e onore. Nell’Antico Testamento, ad esempio, nella descrizione del Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme che si trova nel Primo Libro dei Re si precisa che ‘Salomone nella celle fece due cherubini di legno d’ulivo, alti dieci cubiti… lo stesso procedimento adottò per la porta della navata, che aveva stipiti di legno d’ulivo’ (cfr 1Re 6, 31-33). Ma l’olivo è anche simbolo di rigenerazione: la colomba che tornò da Noè dopo il diluvio universale, portava nel becco proprio un ramoscello d’olivo, a simboleggiare il ritorno alla vita e la riconciliazione con Dio.

Forse l’episodio più conosciuto che vede l’olivo protagonista come simbolo di riconciliazione, rinascita e pace relativo al Nuovo Testamento è l’entrata a Gerusalemme di Gesù. In quanto portatore di pace e di rinnovamento, la sua venuta viene festeggiata dalla gente agitando proprio dei rami d’olivo. Non è un caso, inoltre, che l’olio d’oliva venga usato ancora oggi per segnare tutte le liturgie cristiane, dal Battesimo all’estrema unzione.

La forza vitale dell’olivo

Oltre che nei miti e nei testi sacri, l’energia vitale e il potere rigenerativo dell’ulivo sono stati riscoperti anche nella fitoterapia e nella floriterapia. In questo ambito è interessante sapere che Edward Bach, sostenitore della benefica azione dei famosi ‘fiori di Bach’ già all’inizio del 1900, è stato il primo a ricavare dall’olivo il rimedio per coloro che si sentono stanchi ed esauriti sia a livello fisico che mentale e che ricercano le energie perdute…

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